lunedì 28 marzo 2011

Libia: cosa successe quando era una colonia italiana

A 100 anni esatti dalla prima volta, l'Italia va di nuovo in guerra contro la Libia. Era infatti il 1911 quando l'allora capo del governo, Giovanni Giolitti, intraprese, contro l'impero Ottomano, la breve guerrà che portò, nel 1912, a rendere la Libia colonia italiana. Rimase tale fino al 1943, anno in cui le truppe italiane, assieme a quelle tedesche, dovettero ritirarsi, incalzati dagli inglesi. Le mire italiane sulla Libia vennero appoggiate dalla Francia, che vedeva di buon occhio l'occupazione di quel territorio in funzione anti-britannica. Fino al 1927, il territorio di quella che oggi è la Libia fu chiamato Africa Settentrionale Italiana. Poi venne diviso in due colonie, la Cirenaica e la Tripolitania, fino al 1934, quando venne adottato il nome "Libia", termine usato dai Greci per indicare tutta la parte di nord Africa che non includeva l'Egitto.
Gli italiani dovettero vincere la resistenza guidata da Omar al Mukhtar, religioso e guerrigliero - a capo di un'organizzazione musulmana che si proponeva il rinnovamento dell'Islam e la liberazione dei paesi arabi da qualsiasi influenza europea - il quale fu messo a capo degli insorti all'età di 60 anni. Gli interventi dell'esercito italiano contro gli insorti, specialmente tra il 1928 e il 1932, furono molto duri. Particolarmente cruenta fu la repressione operata dal generale Rodolfo Graziani, nei cui campi di concentramento persero la vita, per fame o malattia, migliaia di prigionieri. Tanto che Graziani viene ricordato tra gli Arabi come "il Macellaio di Fezzan", nonostante in Italia fosse noto come il "Pacificatore della Libia". Ma le successive politiche di Mussolini per riconquistarsi la fiducia delle popolazioni locali - comprensive anche della fondazione di 10 nuovi villaggi per gli arabi e i berberi - per fecero sì che, nel 1940, quasi 30 mila arabi e berberi si unirono all'esercito italiano per combattere gli inglesi. Nel 1939, fu persino fondata l'"Associazione Musulmana del Littorio".
Al principio degli anni trenta, Mussolini ordinò l'inizio di una vasta immigrazione di coloni italiani nelle aree coltivabili della Libia. I coloni provenivano in particolare da Veneto, Sicilia, Calabria e Basilicata. Nel 1939 gli italiani erano 120 mila, pari al 13 per cento della popolazione, concentrati nella costa intorno a Tripoli e Bengasi  (dove erano rispettivamente il 37 per cento ed il 31 per cento della popolazione). Italo Balbo, governatore dal 1934 al 1940, diede un forte impulso allo sviluppo economico della Libia, creando un'ampia rete di infrastrutture, comprendente 4 mila chilometri di strade e 400 di ferrovie a scartamento ridotto, oltre ad impianti industriali ed insediamenti agricoli. Anche l'archeologia fiorì: città romane scomparse (come Leptis Magna e Sabratha) furono riscoperte ed indicate come simbolo del diritto italiano a possedere la Libia già romana. Nel 1939 la colonia della Libia fu incorporata nel territorio metropolitano del Regno d'Italia e conseguentemente considerata parte della Grande Italia, col nome di Quarta Sponda e tutti i loro abitanti ottennero la cittadinanza italiana.

1 commento:

  1. Non c'è niente di male nel copia-incolla ma sarebbe meglio mettere la fonte ... ;-)

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